Letture 2017 | |
Aldila' del sesso
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Superato lo scalpore di ancora pochi anni fa, all’epoca dei primi interventi chirurgici, il “cambiamen to di sesso” non fa più oggi notizia. Operazioni di chirurgia estetica per femminiizzare (o mascolinizzare) il corpo e di chirurgia ricostruttiva per trasformare gli organi genitali si praticano oramai a catena pressoché dappertutto in Europa e negli Stati Uniti. Eppure ben poco ancora l’opinione pubblica sa dei transessuali, anche se in diversi paesi è in corso un dibattito sulla riforma della legislazione e la libertà di disporre di se stessi, in particolare di scegliere il proprio sesso, appare vicina, accordando il cambiamento di stato civile anche a quei transessuali che hanno conservato il loro sesso originario. Negli Stati Uniti tutto ciò ha l’ampiezza di un fenomeno sociale, che riesce persino a preoccupare le femministe (il transessualismo sarebbe uno degli ultimi stratagemmi inventati dagli uomini per assicurare la loro egemonia nella lotta dei sessi): e certo nel 2000, in un mondo che si esaurirà per nutrire 6 miliardi di persone, la capacità di generare non sarà più da molti considerata un pregio. Ma soprattutto il transessualismo rafforzerebbe gli stereotipi sessuali, mantenendo così le donne assoggettate a un ruolo convenzionale del quale erano vicine a liberarsi, e in effetti l’idea della donna a cui si rifanno i transessuali è di un conformismo totale. Al di là di queste posizioni, e anche degli aspetti clinici di singoli casi, il transessualismo, come dimostra in questo libro Catherine Millot, è un fenomeno assai più complesso, che affonda le sue radici in un lontanissimo passato, negli antichi riti di Cibele e di Attis e che fa sognare anche i non transessuali sulle possibilità di arretrare, se non abolire, i limiti che segnano la frontiera in cui inizia il reale. Il transessualismo maschile fa anche sognare un accesso a un sapere sull’essenza eminentemente sfuggente del femminino, problema che rinvia ciascuna donna a ciò che la rende straniera a se stessa. I transessuali che dichiarano di possedere un’anima femminile prigioniera di un corpo maschile di cui domandano la correzione, sono forse i soli a credere a un’identità sessuale monolitica, libera da dubbi e problemi: in ogni caso essi hanno tutti un’idea: dar vita a una definizione de “La Donna”. Diversa e più complessa, invece, la posizione delle donne transessuali. Ma qual è il fantasma che questi sogni occultano e di cui i transessuali sono prigionieri? Quale la funzione del sintomo transessuale nella loro economia psichica? E in cosa la posizione delle donne transessuali differisce da quella delle omosessuali? A queste e a molte altre domande risponde la Millot alla luce dei più recenti studi psicoanalitici, in un libro stimolante, che ci provoca a conoscere meglio noi stessi. |