Superato
lo scalpore di ancora pochi anni fa, all’epoca dei primi
interventi chirurgici, il “cambiamen to di sesso” non fa
più oggi notizia. Operazioni
di chirurgia estetica per femminiizzare (o mascolinizzare) il corpo e
di chirurgia ricostruttiva per trasformare gli organi genitali si
praticano oramai a catena pressoché dappertutto in Europa e
negli Stati Uniti. Eppure ben poco ancora l’opinione pubblica
sa dei transessuali, anche se in diversi paesi è in corso un
dibattito sulla riforma della legislazione e la libertà di
disporre di se stessi, in particolare di scegliere il proprio sesso,
appare vicina, accordando il cambiamento di stato civile anche a
quei transessuali che hanno conservato il loro sesso originario.
Negli Stati Uniti tutto ciò ha l’ampiezza di un fenomeno
sociale, che riesce persino a preoccupare le femministe (il
transessualismo sarebbe uno degli ultimi stratagemmi inventati dagli
uomini per assicurare la loro egemonia nella lotta dei sessi): e
certo nel 2000, in un mondo che si esaurirà per nutrire 6
miliardi di persone, la capacità di generare non sarà
più da molti considerata un pregio. Ma soprattutto il
transessualismo rafforzerebbe gli stereotipi sessuali, mantenendo
così le donne assoggettate a un ruolo convenzionale del quale
erano vicine a liberarsi, e in effetti l’idea della donna a cui
si rifanno i transessuali è di un conformismo totale.
Al
di là di queste posizioni, e anche degli aspetti clinici di
singoli casi, il transessualismo, come dimostra in questo libro
Catherine Millot, è un fenomeno assai più complesso,
che affonda le sue radici in un lontanissimo passato, negli antichi
riti di Cibele e di Attis e che fa sognare anche i non transessuali
sulle possibilità di arretrare, se non abolire, i limiti che
segnano la frontiera in cui inizia il reale. Il transessualismo
maschile fa anche sognare un accesso a un sapere sull’essenza
eminentemente sfuggente del femminino, problema che rinvia ciascuna
donna a ciò che la rende straniera a se stessa. I transessuali
che dichiarano di possedere un’anima femminile prigioniera di
un corpo maschile di cui domandano la correzione, sono forse i soli a
credere a un’identità sessuale monolitica, libera da
dubbi e problemi: in ogni caso essi hanno tutti un’idea: dar
vita a una definizione de “La Donna”. Diversa e più
complessa, invece, la posizione delle donne transessuali. Ma qual è
il fantasma che questi sogni occultano e di cui i transessuali sono
prigionieri? Quale la funzione del sintomo transessuale nella loro
economia psichica? E in cosa la posizione delle donne transessuali
differisce da quella delle omosessuali? A queste e a molte altre
domande risponde la Millot alla luce dei più recenti studi
psicoanalitici, in un libro stimolante, che ci provoca a conoscere
meglio noi stessi.
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